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Oltre 300 giornalisti minacciati nel 2017

Lunedì 13 Novembre 2017

Nei primi 9 mesi dell’anno, OSSIGENO per l’Informazione
 (Osservatorio promosso da FNSI e OdG) ha documentato minacce nei riguardi di 256 giornalisti e altrettante notizie oscurate. Un dato che sale a 321 se si contano i casi accaduti negli anni precedenti e denunciati nel 2017.

Numero che sale vertiginosamente a 3406, dal 2006 ad oggi. Con un’impunita’ pressoche’ totale e una concentrazione del 40% dei casi a Roma e dintorni. Sono 28 i cronisti uccisi, dagli anni ’60 a oggi, dei quali 8 in Sicilia, un’unica area in Europa ad avere una tale drammatica concentrazione. Secondo i dati Unesco, “In 9 casi su 10 i responsabili sono impuniti. Il 93% degli uccisi sono cronisti locali, solo il 7% erano inviati all’estero o corrispondenti di guerra” denunciano il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato, e il segretario Giuseppe F. Mennella durante la presentazione del rapporto.

Si contano “5900 querele l’anno, quasi il 90% infondate, per 54 milioni di euro di spese stimati”. E l’impunita’ per chi ostacola l’attivita’ del giornalista e’ quasi totale: “solo all’1% la giustizia riconosce lo status di vittime”. Di questi, al 14% viene riconosciuto il reato di minaccia e il 5% di violenza privata e diffamazione, ma solo al 60% anche il pagamento delle spese processuali. Il Lazio e’ la regione italiana con il maggior numero di gravi attacchi a giornalisti e blogger: sono 625 i casi segnalati dal 2011 al 2017 su 2602 in tutta Italia, ovvero il 24% del totale.

Maglia nera al Lazio anche per il numero delle querele, sottolinea il segretario dell’Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, “con un +8% l’anno di nuovi procedimenti”. E se per il direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti, “il tema della liberta’ di stampa” deve prevedere soluzioni di tutela “anche per chi e’ in situazioni di maggiore debolezza” contrattuale, per Ossigeno occorre porre rimedio a vuoti legislativi. Tra le proposte avanzate dall’associazione: il riconoscimento giuridico della figura del giornalista, depenalizzazione del reato di diffamazione e abolizione del carcere, introduzione del reato di ostacolo all’informazione, spese processuali non piu’ a carico del reporter assolto e, soprattutto, la creazione di un hotspot, “una piattaforma pubblica – spiega Spampinato – per informazioni verificate sulle violazioni in Italia, cosi’ come fa a livello internazionale la Piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d’Europa”.

L’Osservatorio e’ stato istituito nel 2008 con il patrocinio della FNSI e dell’Ordine nazionale dei Giornalisti per documentare e analizzare il crescere di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare contro i cronisti impegnati in prima linea nelle regioni del Mezzogiorno, nella raccolta e diffusione delle informazioni di pubblico interesse piu’ scomode e, in particolare, nella ricerca delle verita’ piu’ nascoste in materia di criminalita’ organizzata. Ossigeno e’ consulente dell’Osce e della Commissione Parlamentare Antimafia.

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