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Voto telematico, il ministero ha approvato il Regolamento. Ora l'Ordine Nazionale predisponga al più presto la Piattaforma

Martedì 12 Gennaio 2021

Il ministero della Giustizia ha approvato, subito dopo Natale, il Regolamento sul voto telematico varato lo scorso dicembre dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog). 

A questo punto per poter finalmente andare alle elezioni è necessario che venga predisposta la Piattaforma telematica per lo svolgimento del voto elettronico alla quale, però, l’Ordine nazionale non ha ancora iniziato a lavorare nonostante i ripetuti solleciti da parte dei presidenti regionali e della maggioranza dei consiglieri nazionali. Il presidente nazionale, Carlo Verna, ha riunito un Esecutivo allargato lunedì 11 gennaio, decidendo finalmente di affidare l'incarico per predisporre il capitolato, dopo aver lasciato trascorrere oltre due mesi senza fare nulla. Invitalia si è resa disponibile a fungere da Centrale di committenza per lagara d'appalto.

Il Regolamento, varato sulla base di quanto previsto dal decreto Ristori dello scorso novembre, introduce la possibilità di voto misto, ovvero sia aprendo un seggio fisico sia dando la possibilità ai giornalisti di votare in via telematica. La norma prevede che in casi eccezionali i seggi fisici possano non essere aperti (ad esempio in presenza di emergenza Covid) per lasciare che la consultazione avvenga esclusivamente per via telematica.

Il decreto Ristori concedeva un massimo di 90 giorni per approvare il Regolamento e approntare gli strumenti necessari per il voto elettronico: di conseguenza le elezioni si sarebbero dovute svolgere entro metà febbraio. Ma, a causa del ritardo dell'Ordine nazionale, a febbraio sarebbe possibile votare soltanto in presenza, eventualità al momento non consentita dall'emergenza Covid. Di conseguenza la convocazione delle elezioni è destinata a slittare ulteriormente. Il presidente Verna ha annunciato verbalmente che le elezioni si svolgeranno prima di Pasqua, ma al momento non ha provveduto alla formale convocazione nonostante sia stato sollecitato a farlo da chi vuole evitare continui slittamenti che hanno come risultato quello di impedire di fatto l'esercizio democratico per il rinnovo delle cariche.


Originariamente le elezioni si sarebbero dovute svolgere tra fine settembre e le prime due domeniche di ottobre del 2020 (nel periodo immediatamente successivo alle amministrative, svoltesi senza problemi), ma gli Ordini regionali di Lombardia e Campania, dopo averlo annunciato fin dal precedente mese di luglio, quando l'emergenza non c'era, si sono rifiutati di convocare le assemblee elettorali (nonostante secondo il ministero non ci fossero all'epoca problemi con il Covid), e il presidente nazionale, Carlo Verna, invece di invitarli ad adempiere all'obbligo di legge, ha rinviato le elezioni a novembre, ovvero in un periodo in cui è risultato impossibile votare per l'emergenza pandemia (come peraltro ampiamente prevedibile).
 Gli altri Ordini regionali, tra cui il Veneto, da allora stanno cercando di mettere fine all'evidente strategia dilatoria che rischia di paralzzare l'istituzione principale della professione, in un momento particolarmente difficile nella quale sarebbe invece essenziale avere un Ordine rinnovato e pienamente funzionante. 
L'auspicio è che il presidente nazionale si decida ad operare per il bene della categoria, e dunque predisponga al più presto la piattaforma per il voto elettronico attraverso affidamento diretto, consentito dalle norme approvate in occasione dell'emergenza Covid.

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