La formazione, l'impegno del Consiglio per un rilancio

di Alberto Laggia*

Un rilancio dell’impegno per la formazione e l’aggiornamento dei colleghi e per una produzione di contenuti culturali capaci di ripensare la professione nell’attuale contesto informativo. Due missioni in una.

Per questo il consiglio, tra i primi atti, ha deciso di costituire una commissione ad hoc (formata dai colleghi Camilla Ferro, Alberto Laggia, Nicoletta Martelletto e Carlo Mion) per avviare e guidare questo processo. Strategico in questo senso sarà il coordinamento con la scuola di formazione dell’Ordine “Dino Buzzati”, anche per rilanciarne l’attività e allargarne la mission.

A tale scopo il presidente Buoso ha incontrato il direttore della Buzzati, Tiziano Graziottin, che ha convenuto sulla necessità di una maggior collaborazione tra consiglio e scuola. Tra le priorità, oltre alla preparazione e l’organizzazione dei corsi  per praticanti (sono sempre di meno gli iscritti), s’è individuata quella di organizzate iniziative e corsi per i tanti collaboratori, freelance, aspiranti pubblicisti che operano soprattutto fuori dalle redazioni e che spesso non trovano alcun’altra possibilità di formazione.

Si sono individuate anche alcune aree d’intervento più urgenti. Tra queste quella della deontologia. Sempre più  i giovani cronisti vengono utilizzati per coprire settori delicati come la “giudiziaria” e la “nera” senza  un adeguato bagaglio d’informazioni sulle regole deontologiche, i diritti e i doveri del giornalista. In questo senso sono già state proposte giornate di formazione sul Nuovo Codice deontologico, operativo dal primo giugno. L’impegno è di organizzare seminari sul tema in ogni provincia (il primo si è già svolto a Mestre, ne seguiranno a Verona e a Padova) per avviare quel decentramento della formazione richiesto da più colleghi.

Un altro ambito d’intervento richiesto stavolta dai praticanti che hanno partecipato all’ultimo corso organizzato dalla scuola è quello della scrittura giornalistica, da realizzarsi con apposite sedute con esercitazioni pratiche. La commissione nell’ultimo consiglio ha pure ipotizzato di portare momenti di formazione anche all’interno delle redazioni venete che ne facciano richiesta.

Riguardo poi alla FPC, la Formazione professionale Continua, sempre durante il consiglio del 30 aprile scorso è stato utile il confronto col collega Maurizio Paglialunga del CTS (il Comitato Tecnico Scientifico che sovrintende alla Formazione professionale ed alle Scuole di giornalismo), intervenuto ai lavori. In merito ai corsi coi crediti formativi, preso atto della scarsa propositività di iniziative formative autonome, s’è auspicato un maggiore impegno in questo senso, assieme ad una maggior attenzione nel selezionare, nel mare magnum delle proposte, solo quelle di qualità e che abbiano un vero riscontro e utilità per la professione. Troppo spesso, s’è osservato, si assiste alla presentazione di corsi poco attinenti al lavoro informativo, o perché troppo teorici o perché non guidati da giornalisti. La commissione, anche tenendo conto dei finanzamenti utilizzabili ad hoc, ha proposto l’organizzazione di alcuni momenti di formazione “alti” in presenza, coinvolgendo enti, istituzioni scientifiche e associazioni, valorizzando relatori esterni e colleghi con competenze specifiche. Si conferma parimenti la scelta della gratuità della FPC per i partecipanti, in modo da favorirne l’accesso.  Infine si è convenuto sulla necessità di avviare un dialogo più stretto col sindacato veneto dei gornalisti per favorire proposte comuni di formazione. 

*consigliere dell'Odg Veneto