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Solidarietà dell'Ordine ai colleghi del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona

Sabato 19 Maggio 2018

VENEZIA, 19 MAGGIO 2018 - L'Ordine dei giornalisti del Veneto esprime solidarietà ai colleghi del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona che hanno proclamato per il 21 maggio un giorno di sciopero a seguito della presentazione del piano di ristrutturazione dei dorsi locali: "Un piano calato dall’alto senza il minimo confronto con i giornalisti e che ne stravolge struttura e identità".


Il Comitato di redazione e il Sindacato dei giornalisti del Veneto hanno espresso forte preoccupazione rispetto al modello organizzativo prospettato dall'azienda, "senza un chiaro piano editoriale, con l’impoverimento dell’organico, la spinta sul desk, la precarizzazione, lo svilimento delle professionalità maturate dentro e fuori le redazioni a scapito della qualità dell’informazione, quest’ultima sempre più determinante per vincere la sfida della crisi del settore". 


Il piano prevede una riduzione dell'organico da 76 a 67 giornalisti, contratti a termine a esaurimento, declassamento a ufficio di corrispondenza della redazione di Bolzano con tre soli giornalisti, mentre la redazione di Verona passerà da 6 a 4; ridimensionate Trento, Bologna e Firenze; creazione a Padova di un “desk centrale integrato” realizzato con gli “esuberi” ovvero 12 unità (11 giornalisti e 1 grafico). Il tutto a partire dal 1. giugno quando l’attuale direttore responsabile del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona, Alessandro Russello, assumerà la direzione anche del Corriere di Bologna, di Trento e di Bolzano.

IL COMUNICATO DEL CDR

I giornalisti del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona, insieme ai colleghi di Trento, Bolzano e Firenze hanno deciso di proclamare un giorno di sciopero per la giornata di oggi, sabato 19 maggio, dopo aver appreso le linee guida del nuovo piano industriale che va a stravolgere completamente il sistema dei dorsi locali. Ieri il presidente di Rcs edizioni locali, Giuseppe Ferrauto, il management e il direttore Alessandro Russello (che dall’1 giugno assumerà la direzione del Corriere di Trento, Bolzano e Bologna, oltre al Corriere del Veneto e di Verona), hanno illustrato ai Cdr riuniti i contenuti del piano, che si possono sintetizzare così: tutti i contratti a termine andranno a esaurimento e non saranno più rinnovati, con la conseguenza che l’organico complessivo dei dorsi locali, dapprima precarizzato con l’utilizzo di collaboratori assunti a termine, di fatto viene ridotto da 76 giornalisti a 67.

In questo contesto la redazione di Bolzano verrà declassata a ufficio di corrispondenza con tre soli giornalisti, quella di Verona verrà portata da sei a quattro, mentre Trento, Bologna e Firenze saranno ulteriormente ridimensionate. L’idea della direzione e dell’azienda è quella di accorpare i giornalisti considerati in eccesso in un unico desk centrale con sede a Padova che dovrà provvedere alla gestione di interi settori di tutto il gruppo dei dorsi (Veneto, Verona, Trento, Bolzano, Bologna). Oltre a ciò quattro colleghi – ancora da individuare – resteranno senza un ruolo preciso e avranno il compito di tamponare di volta in volta le esigenze di organico di tutte le redazioni coinvolte dal piano,anche muovendosi da una redazione all’altra. Il piano industriale non è stato accompagnato da un’adeguata spiegazione del progetto editoriale. Ai giornalisti a cui è stata illustrata la bozza, appare impossibile – a fronte del nuovo organico ridotto – realizzare gli stessi prodotti editoriali fin qui confezionati. Anche volendo tralasciare un ragionamento sulla qualità dell’informazione, che non sembra interessare all’azienda, in termini strettamente numerici non si vede come sia possibile mantenere l’attuale modello informativo, che i lettori del Corriere nelle tre regioni interessate hanno mostrato in questi anni di apprezzare.

Per queste ragioni, l’assemblea dei giornalisti del Corriere del Veneto proclama un giorno di sciopero e affida al cdr un ulteriore pacchetto con un secondo giorno di sciopero immediato (da farsi lunedì 21 maggio) se il direttore non chiarirà immediatamente le modalità operative e applicative del piano industriale e come si declinerà il relativo progetto editoriale.


 

LA FNSI
La Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa di Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana condividono la preoccupazione e la legittima protesta dei colleghi dei dorsi locali del Corriere della Sera. Il piano che l'azienda intende attuare contiene misure drastiche e sproporzionate rispetto a risultati di bilancio che presentano una perdita complessiva contenuta, quindi assolutamente rimediabile. La preoccupazione è rafforzata da un modello di organizzazione del lavoro, come quello illustrato per linee generali dal direttore, che prefigura un ricorso sempre maggiore al lavoro precario,   senza   diritti,  senza   tutele   e   senza  garanzie,  considerata   l'annunciata   volontà   di  utilizzare   i giornalisti con contratto di lavoro subordinato in attività di desk e affidando l'attività di scrittura, anche in settori strategici e cruciali, a collaboratori esterni precari. Si tratta di un modello inaccettabile, che, qualora dovesse prendere forma, impegnerà il sindacato in ogni sede in attività di contrasto perché a essere messa in   discussione   è   la  dignità   del   lavoro,   essenziale   e   imprescindibile   in   un   settore   come quello dell'informazione   per   assicurare   prodotti   editoriali   di   qualità   e  consentire   alla   professione   di   essere credibile di fronte all'opinione pubblica. (
www.fnsi.it)

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