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Presunzione di innocenza: bisogna permettere ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro

Venerdì 18 Febbraio 2022

Il presidente dell'Ordine Giuliano Gargano ha partecipato questa mattina al direttivo del Sindacato Giornalisti Veneto, all'interno del quale si è svolto un seminario sul decreto legislativo 188/21 sulla “presunzione di innocenza”. 

"Quello della presunzione di innocenza è un tema al centrodi un acceso dibattito - ha detto Gargano - visto che spesso i processi mediatici hanno compromesso irrimediabilmente le figure e le posizioni di molti indagati fino al punto da rendere irrilevante la notizia di una successiva assoluzione al termine del processo. D’altro canto, già in novembre Luigi Ferrarella, sul Corriere della Sera, muoveva una ragionata critica a questo testo normativo.

“Le nuove norme – scrive Ferrarella - di per sé non intervengono direttamente sul lavoro del giornalista, perché i destinatari sono invece le «autorità pubbliche» (quindi soprattutto magistrati e polizie), alle quali viene fatto divieto, nelle dichiarazioni pubbliche e nelle decisioni giudiziarie diverse dalle sentenze, di presentare come colpevoli prima di un accertamento definitivo gli indagati”.

Ma l’effetto è devastante proprio sul lavoro dei giornalisti,

“Perché viene loro impedito di verificare l'esattezza di una notizia, specie laddove fatta circolare apposta falsa e dunque essa si lesiva di una persona o di una istituzione. Si creano le condizioni perfette per incrementare, anziché contrastare, il mercato nero della notizia, giacché la nuova norma spingerà i giornalisti all'unica alternativa possibile, e cioè a coltivare nell'ombra rapporti per forza di cose opachi con le varie fonti «negate» alla luce del sole”.

L’Ordine dei Giornalisti del Veneto, investito direttamente della questione da alcuni colleghi neristi e giudiziaristi, ha deciso unanimemente di tenere alta l’attenzione su questo tema.

"Si spiega così la nostra adesione a questo convegno organizzato dal Sindacato Giornalisti Veneto (che ringrazio).Si spiega così il corso di formazione che si svolgerà ai primi di marzo e che esaminerà, con altri autorevoli relatori, la questione. Si spiegano così tutte le iniziative che intraprenderemo per fare cogliere rischi e contraddizioni di questa norma. Perché se è vero che il punto focale del dibattito di oggi ruota attorno all’articolo 27 della Costituzione (L'imputato non e'considerato colpevole sino alla condanna definitiva), non possiamo non ricordare l’art. 21 (La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. E, ultimo ma non ultimo, l’articolo 1 della nostra Carta: l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Anche ai giornalisti va garantito il diritto di svolgere il proprio lavoro".

 

 

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