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Relazione 2014 Consiglio di disciplina

Martedì 27 Maggio 2014


Relazione del presidente
Maria Fiorenza Coppari 
Assemblea annuale del 21 marzo 2014

La normativa
I Consigli di Disciplina territoriali sono stati costituiti presso gli Ordini dei Giornalisti in base alle nuove disposizioni stabilite dal decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011, convertito con la legge n. 148 del 14 settembre 2011 che ha previsto all'art. 3 la divisione tra funzioni amministrative e funzioni disciplinari per le istituzioni ordinistiche, a garanzia della terzietà e imparzialità della funzione disciplinare stessa.
Il legislatore ha stabilito che gli ordinamenti dovessero essere riformati sulla base di alcuni principi, tra cui, per quanto riguarda le materie disciplinari, l’istituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative (Consigli regionali dell'Ordine) e di un organo nazionale di disciplina diverso dal Consiglio nazionale.
Si è previsto che la carica di consigliere dell'Ordine territoriale o di consigliere nazionale sia incompatibile con quella di membro dei Consigli di disciplina nazionale e territoriali, mentre restano immutate le sanzioni applicabili, dall'avvertimento, alla censura, alla sospensione e alla radiazione. La potestà regolamentare sui diritti e sui doveri degli iscritti è rimasta incardinata nell’Ordine.
Sulla base di tali disposizioni, il Consiglio Nazionale ha adottato il regolamento delle funzioni disciplinari che, ottenuta l'approvazione del Ministero della Giustizia, è divenuto operativo il 14 dicembre 2012.
Consigli di Disciplina territoriali
I Consigli di disciplina territoriali sono costituiti da nove membri, di cui il più anziano per iscrizione all'Albo riveste le funzioni di Presidente, mentre il più giovane quelle di Segretario. I Consigli, a loro volta, sono strutturati in Collegi giudicanti, formati da 3 membri appartenenti allo stesso Consiglio e individuati dal Presidente del Consiglio di disciplina. Anche il Collegio giudicante è presieduto dal componente più anziano, mentre il più giovane svolge le funzioni di segretario. In ogni Collegio, formato da un pubblicista e due professionisti, almeno un componente deve essere donna.
La scelta dei Consiglieri di disciplina territoriali è affidata al Consiglio regionale dell'Ordine che definisce un elenco di diciotto candidati sottoposti al Presidente del Tribunale cui spetta la designazione dei nove componenti del Consiglio territoriale di disciplina.
I requisiti per la designazione sono: essere iscritto all'Albo nella Regione in cui ha sede il Consiglio di disciplina territoriale; anzianità di iscrizione all'Albo non inferiore a 10 anni; assenza di condanne penali per reati non colposi; assenza negli ultimi dieci anni di sanzioni disciplinari, anche non definitive; essere in regola con gli obblighi della formazione permanente e con il pagamento delle quote di iscrizione all’Ordine.
I Consigli di disciplina territoriali hanno durata di tre anni a decorrere dalla data di insediamento, indipendentemente dalle vicende elettive e quindi dalla durata dei Consigli dell'Ordine Regionali.
Il Consiglio di Disciplina territoriale presso l’Ordine dei Giornalisti del Veneto si è insediato il 30 aprile 2013 ed è così composto:
Collegio 1
Presidente Maria Fiorenza Coppari
Segretario Luca Giovanni Colombo
Relatore Valeria Zanetti
Collegio 2
Presidente Franco Bosello
Segretario Dorotea Rosso
Relatore Raffaele Rosa
Collegio 3
Presidente Silvio Testa
Segretario Ugo Dinello
Relatore Caterina Colucci
Essendo la più anziana per iscrizione all’Albo ne ho assunto la Presidenza. Dorotea Rosso è stata designata segretaria del Consiglio in quanto membro più giovane del Consiglio per iscrizione all'Albo dopo Caterina Colucci, incompatibile con la carica in quanto iscritta anche ad altro Albo professionale.

La mia scelta di dimettermi dalla vicepresidenza dell’Ordine per assumere la Presidenza del nuovo Consiglio è stata motivata innanzitutto proprio dalla lunga esperienza maturata in seno all’Ordine e dalla consapevolezza che la novità introdotta dal legislatore era una sfida da cogliere per rinnovarci e per dare continuità, sia pure all'interno di un nuovo contesto organizzativo, allo stile con cui l'Ordine Veneto aveva sino ad allora condotto l'azione disciplinare.

Si trattava di mutuare nel nuovo contesto il medesimo rispetto della norma deontologica a salvaguardia della correttezza e della qualità dell'informazione e il forte orientamento alla formazione, a favore del radicamento nei Colleghi della consapevolezza della norma stessa. Azione formativa propedeutica del Consiglio dell’Ordine e azione sanzionatoria del Consiglio di Disciplina come modello operativo condiviso.

Nell'assumere la presidenza del Consiglio di disciplina territoriale il 30 aprile 2013 ho sentito fortemente tali responsabilità ed ho espresso, assieme ai Colleghi designati, la nostra gratitudine per l'attestato di stima ricevuto dal Presidente del Tribunale di Venezia dott. Arturo Toppan e dal Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Gianluca Amadori.
Ho accettato l'incarico con spirito di servizio, lealtà e colleganza, con il proposito di mettere in grado il nuovo Organo, nel più breve tempo possibile, di svolgere appieno la sue funzioni.
Ho condiviso questo progetto con i Colleghi Consiglieri che hanno dato la loro convinta adesione ai principi ispiratori della nostra azione, nell’espletamento delle funzioni assegnateci.
Funzioni che, a mio avviso, dobbiamo svolgere nell'interesse non solo dei fruitori della nostra attività di giornalisti e dunque della collettività, ma, in egual misura, anche della stessa nostra professionalità, di noi giornalisti che ci riconosciamo nelle regole deontologiche che autonomamente abbiamo stabilito e che dobbiamo cercare di calare nella quotidianità del nostro agire.

Il Consiglio di Disciplina è consapevole delle difficoltà che i Colleghi incontrano ogni giorno e delle condizioni in cui oggi un numero elevatissimo di noi giornalisti è costretto ad operare. Giornalisti che devono garantire al cittadino la libera circolazione delle informazioni e delle idee su cui poggia la convivenza democratica.
Giornalisti che non devono essere confusi con i comunicatori o con i blogger, perché si riconoscono nelle regole della professione che indicano con chiarezza i requisiti dell'attività giornalistica perché tale possa definirsi: l'obbligo della verità e della verifica, dell’essenzialità e della continenza, innanzitutto. Della lealtà e buona fede, del rispetto della privacy della disponibilità ad ammettere l’errore con la rettifica. Ma oggi i giornalisti vedono svilito il loro operato, sono feriti nella loro identità professionale da condizioni di lavoro in troppi casi offensive della dignità professionale.

Ciò nonostante a tutti chiediamo l’impegno a non derogare dalla regole che ne definiscono l’identità, il nostro codice genetico professionale. Chiediamo di continuare a tenere alta la testa, a non piegarsi a compromessi che confliggono con il nostro essere giornalisti e che minano il nostro futuro già incrinato dalla crisi. Non sempre è facile rispettare la norma deontologica, ne siamo consapevoli. In alcuni casi si deve accettare di fare un passo indietro rispetto al diritto e al dovere di cronaca. È una scelta da fare con consapevolezza e nella quale dobbiamo sentirci liberi.
Nel Consiglio di disciplina siedono Colleghi che hanno accettato un incarico molto impegnativo, non solo per le tante ore di studio e di lavoro gratuito richieste, ma per la particolare delicatezza del ruolo. Ognuno di noi prova per il Collega con cui entra in relazione a motivo di un esposto il massimo rispetto e si sforza di verificare con grande attenzione tutte le circostanze della presunta violazione.
Credo che questa impostazione rispettosa e non solo rigorosa sia percepita, ne abbiamo riscontro constando a nostra volta il rispetto dei Colleghi e dei legali che li assistono nei confronti dei Collegi e dei loro membri.
Ho modo di constatarlo personalmente quando incontro i Colleghi che ricevono un avvertimento orale, rilievo che precede l'apertura del procedimento disciplinare. Sono incontri che in più di un'occasione si sono rivelati un proficuo momento di approfondimento e dialogo, un dialogo costruttivo sul "far giornalismo" e l’essere giornalisti. Incontri in cui emerge la passione per la professione che ci accomuna.
L’attività del Consiglio di Disciplina territoriale nel periodo 30 aprile 2013- 20 marzo 2014. 

Premetto alcuni brevi sul nostro "modus operandi".
Prevedendo il comprensibile disorientamento iniziale dei Colleghi Consiglieri nell'approcciarsi alla materia deontologica e alla prassi giurisprudenziale, assumendo la responsabilità di pubblico ufficiale connessa al ruolo di componente del Consiglio di Disciplina, abbiamo provveduto ad una iniziale formazione, fornendo tutti i materiali e le nozioni che potessero agevolare la loro preparazione.
Abbiamo inoltre previsto la creazione di modelli standard per ogni tipo di atto o delibera che i Consiglieri debbano predisporre. Un ulteriore importante ausilio è stata la creazione dell'archivio digitale del Consiglio, consultabile agevolmente, garantendo al contempo il massimo livello di sicurezza e privacy.
Nelle sedute plenarie del Consiglio inoltre approfondiamo e condividiamo linee guida operative per garantire omogeneità di indirizzo al nostro agire.
Da ultimo abbiamo previsto la certezza dei tempi di presa in carico dei singoli procedimenti. Il Presidente del Consiglio assicura nel più breve tempo possibile l'esame dell'esposto che perviene dal Presidente dell'Ordine dei Giornalisti, affinché il Consiglio eserciti la fase decisoria. L'esposto viene assegnato dal Presidente del Consiglio di Disciplina al Presidente di uno dei tre Collegi che entro 7 giorni provvede a sua volta ad assegnarlo al Consigliere relatore che, a sua volta, entro 7 giorni avvia l'istruttoria e ne dà notizia all'esponente.
Le riunioni plenarie del Consiglio dall'insediamento sono state 5.

Dati dell’attività dei singoli Collegi

COLLEGIO 1
Fascicoli assegnati 54
conclusi 43
da definire 11
Sanzioni comminate
avvertimenti orali 5
avvertimenti scritti 2
censure 3
A questi si aggiungono i disciplinari per morosità
aperture di procedimento 139
rientri di procedimento 113
radiazioni 21
revoca di radiazione 6
Riunioni 7
 
COLLEGIO 2
Fascicoli assegnati 43
conclusi 24
da definire 19
Sanzioni comminate
avvertimenti orali 6
avvertimenti scritti 1
censure 1
Riunioni  6
 
COLLEGIO 3
Fascicoli assegnati 37
conclusi 29
da definire 8
Sanzioni comminate
avvertimenti orali 4
avvertimento scritto 1
censure 1
sospensione cautelare ex art. 39 legge 1
Riunioni 4

Casistica delle presunte violazioni deontologiche segnalate dagli esposti
notizie false e/o richiesta di rettifica 40
violazione delle norme a tutela dei minori 20
violazione delle norme a tutela della privacy 17
commistione informazione pubblicità 15
violazione dei doveri colleganza 5
violazione della Carta di Roma 3
condanna penale 3
pubblicazione foto in violazione alla privacy e\o tutela minori 2
diffamazione 1
conflitto di interessi 1
violazione della Carta di Firenze 1                                                                        
varie (dove non si evidenzia una particolare motivazione, concluse con una presa d'atto) 28

Per questa attività ringrazio i Colleghi Consiglieri con sincera e affettuosa gratitudine. Sono particolarmente grata anche all’avvocato Giorgio Battaglini per gli illuminanti suggerimenti di indirizzo dottrinale e di prassi giurisprudenziale e alla signora Cosetta per l’insostituibile supporto tecnico, organizzativo e umano alla nostra attività. Per proprietà transitoria ringrazio anche le signore Barbara e Cristina che operano nella medesima segreteria dell’Ordine che assiste anche il Consiglio di disciplina.
Sono sinceramente grata per l’appoggio incondizionato ricevuto dal presidente Gianluca Amadori e per il sostegno morale espressomi dal past president Maurizio Paglialunga e dal Direttore della scuola di giornalismo “Dino Buzzati” Orazio Carrubba.
Concludo ribadendo che l'obiettivo della nostra azione disciplinare è e sarà quello di favorire la qualità e la credibilità dell'informazione veneta. Il giornalismo non è marcio e neppure è morto, come sembrano vaticinare i demagoghi del web, ma ha bisogno di uscire da una crisi di identità determinata da molteplici fattori.
Continueremo ad agire nell'interesse dei Colleghi e della Collettività, coltivando con l'Ordine rapporti di stretta collaborazione e sinergia, per far sì che azione disciplinare e attività di formazione si integrino. Per vivere la norma deontologica come il vessillo della nostra identità e libertà di giornalisti, una libertà che, come scrisse Guido Gonella, non è un fosso, ma un ponte gettato verso la società civile.

 

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